Primo obiettivo della mostra è quello di presentare opere d’arte, performances e installazioni ispirate allo spazio extraterrestre, già ora popolato da stazioni orbitali, alcune delle quali già abitate da umani.
Tra non molto si realizzeranno i primo insediamenti antropo – tecnologici in orbita e su pianeti colonizzati (gli spazi abitativi saranno delle tecnostrutture, che ricorderanno le serre e i Palazzi di cristallo di Terra?).
Si preannuncia il tempo dell’architettura spaziale in una sede di realizzazioni attuali.
Quali saranno, se ci saranno, i feticci, vale a dire gli elementi decorativi di questi spazi e quali saranno i corpi che li abiteranno? Saranno dei corpi biologici, dei corpi tecnologici, dei corpi virtuali o dei corpi ibridi, mutanti, cyborg?
Secondo obiettivo della mostra è presentare l’evoluzione dei concetto di spazio nella cultura artistica dei nostro secolo, mediante l’esposizione di opere d’arte opportunamente scelte.
Attraverso le opere esposte e gli spettacoli, nonché le varie attività collaterali, la mostra si prefigge di accendere l’interesse intorno ad una sede di questioni molto attuali, che ruotano attorno alla conquista delle due nuove dimensioni dell’espansione umana: la dimensione materiale dei viaggio nel cosmo e quella immateriale dei viaggio nelle reti informatiche.
Ambedue queste direzioni di ricerca hanno come ultima frontiera la colonizzazione della mente, vale a dire il viaggio di scoperta verso i confini dell’intelligenza. Numero di stelle e di neuroni. L’infinitamente grande, l’infinitamente piccolo. Queste due dimensioni si invertono: lo stesso “universo” potrebbe essere considerato un aspetto “relativo” della sempre più profonda estensione della mente umana.
Caratteristica della mostra e di tutte le attività connesse è quella di determinare un clima di spettacolo, di attrazione, di divertimento estetico, in cui tuttavia non viene mai meno la possibilità di affrontare il tema dei rapporto tra arte e spazio in maniera più consapevole e più impegnativa.