5. Giunti a Mestre, da quel “paradiso culturale nordico”, incontro, oltre al mio nuovo padre, colui che mi darà la vita vera, una sorella,e un fratello, inizialmente crudeli, Mara e Franco (una speranza della Normale di Pisa, a cui la guerra avrebbe consegnato anche a lui un destino diverso, e tuttavia, alla fine, risoltosi in una imprevista enorme ricchezza economica). Un giorno, mentre siamo su un battello, che scende il Canal Grande, Gastone indica le Gallerie e l’Accademia adiacente (dove Mara era studentessa) e profetizza che vi avrei insegnato un giorno. Mara e le sue amiche mi usavano come modello per il disegno. La loro influenza artistica sarà determinante, come altrettanto importante sarà la caratteristica laica e atea di quella famiglia, nella quale si intrecciava perfettamente lo spirito libertario di L’Aura Per Sempre.La scuola media è un’esperienza drammatica. Ad ogni lettura trimestrale e pubblica dei voti della pagella sempre il mio doppio cognome diventava oggetto di sarcasmo. Insegnanti impreparati, cattivi. Compagni quasi tutti violenti, tutti cattolicissimi e alcuni di loro già dichiaratamente fascisti. In questa scuola si sarebbero formati alcuni dei soggetti che avranno diretta responsabilità negli eventi stragistici dei decenni seguenti in Italia.
Fu una lotta, spesso, di sopravvivenza. Per le strade mi scontravo con orribili mutanti, armati di fucile, con cui sparavano ad ogni animale che attraversava il loro cammino e il cerchio di cielo sulle loro teste. Ma, in seguito, ho fatto un liceo classico stupendo, con insegnanti straordinari (Tullio Roffaré, Marino Barchiesi, Luigina Bortolato) e compagni di studio molto intelligenti (Adriano Paparella, Paolo Mantovanelli, Graziana Campanato, Francesca Modenato..). La prima supplenza l’ho fatta al liceo classico in cui mi ero appena diplomato; tra gli studenti c’era anche chi, essendo stato bocciato, era stato, l’anno prima, mio compagno di classe.