Un corpo morto è ancora un corpo? La denominazione di "corpo" è strettamente implicata con la status di "vita"? E il cadavere può ancora essere definito "uomo"? È possibile superare il confine della morte per rendere il corpo, ovvero l'uomo, eterno?
Mai i corpi sono così potentemente presenti se non quando nascosti alla nostra vista: il sudario riattribuisce al cadavere tutta la sua significanza simbolica di "corpo", scomparso alla vista ma non all'idea.
Maurizio Cattelan espone presso la collezione Pinault di Palazzo Grassi a Venezia questa agghiacciante opera costituita da nove oggetti di marmo che noi vogliamo percepire come corpi morti coperti da lenzuoli. Quei corpi sopra a cui si articolano le pieghe così realistiche del dolore, della solitudine, della disperazione si identificano, in quanto rappresentanti della significanza della morte, con tutti i corpi morti in senso assoluto.
L'evocazione della morte - l'opera simbolica di Cattelan - si cortocircuita con la sua certezza - la fotografia del reporter pubblicata su Internazionale.