Lezione 11
Lezione 11

Il confine

(09 maggio 2011)

Orme di ominidi,
Lateoli,
45 chilometri
da Olduvai,
Tanzania.
Orme di un adulto
e di un bambino,
circa 3.700.000
anni or sono

Orma lasciata
sulla luna
dall’astronauta
Neil Armstrong,
il 20 luglio 1969





Riprendiamo in modo cortocircuitale un motivo avanzato durante la prima lezione: il confine dell'arte.
Pur nella varietà dei significati che si celano dietro al termine "arte", abbiamo messo in campo la provocazione secondo cui l'arte corrisponde all'attività plusvaloriale apparentemente gratuita che nella preistoria è fenomenologicamente percepibile come quel gesto in più rispetto ai "colpi di funzionalità" necessari a realizzare un utensile.

Tutta la storia dell'arte trasmigra, attraverso i due estremi rappresentati da queste immagini, dalle origini al futuro.
La prima fotografia, pubblicata da tutte riviste scientifiche di riferimento, illustra le orme preistoriche di un adulto e di un bambino che camminano insieme risalendo un rivo melmoso su cui lasciano le loro impronte. Nel rapporto tra maturità e infanzia, maestro e allievo, questa prima immagine richiama il valore dell'insegnamento, del farsi accompagnare da colui il quale più sa lungo il percorso della vita.
Da quel momento in avanti, la storia umana si svilupperà dalla caccia alla parola, alla costruzione, alla città giungendo alla società.

Dopo migliaia di anni si ritrova la stessa orma su una lontana terra di colonizzazione come primo segnale dell'estensione del corpo umano in spazi e tempi, ossia condizioni, che non corrispondono alle logiche fenomenologiche, percettive e interpretative impiegabili su questo nostro mondo.
La mostra MIR.arti si pose il nostro stesso interrogativo: quali arti trasferire all'esterno del pianeta che siamo destinati ad abbandonare?
Nessuna selezione invero, grazie alla tecnica che permette all'uomo di liberarsi dall'onere del vaglio.

I confini delle arti seguono i confini della colonizzazione dello spazio e dunque i limiti, sempre più estesi, del nostro corpo, non più esclusivamente umano. Il corpo in rete corrisponde all'unità a cui facciamo riferimento concependo quella pelle estesa che non solo abbraccia tutto il pianeta ma che anche si estende ovunque nello spazio fino agli estremi (sempre relativi) confini raggiunti dai più avanzati satelliti, i quali rappresentano le terminazione della nostra estensione.
Siamo ovunque sino a dove scienza e tecnica permettono.