Alighiero e Boetti, Mappa, 1972, MAXXI, Roma
Ricordiamo ancora una volta come il grande artista italiano Alighiero e Boetti si firmi con quella "e" divaricativa che separa la denominazione paterna dalla propria e identificativa, che l'artista si riattribuisce attraverso questa opera d'arte nominale.
L'autore trascorse alcuni anni in Afghanistan dove elaborò dei sistemi per creare una piccola economia locale facendo realizzare le proprie opere a Kabul. Uno dei suoi arazzi più noti, eseguito in numerose versioni, ritrae la mappa planetaria su cui sono evidenziate le geografie ("graphein-geos") politiche della Terra, facenti capo ad una modalità indicizzatrice totalmente artificiale.
La "Terra così come essa si dà", con le sue pieghe orografiche, non ammette confini, i quali vengono tracciati geometricamente dall'uomo mediante i sezionatori strumenti di misura. Questi limiti di carattere politico, culturale, antropologico sono stati però tutti oltrepassati dalla più ampia dimensione del "financial scape": anche l'economia globale non prevede confini come comprendiamo leggendo le pagine iniziali del capolavoro letterario di Roberto Saviano che narrano della terribile e mortifera collusione (economica) tra le mafie italiana e cinese.