Consideriamo ora questi due riferimenti, quello di Magritte al quadro di Manet e quello di Manet all'opera di Goya "Majas al balcone".
Il balcone del protoimpressionista Manet trova la sua collocazione nel clima culturale francese che nell'Ottocento scopre la potenza significante della strada trasformatasi in un negozio continuo, di notte illuminato in funzione della museografia completa della metropoli. La città non diviene altro che l'insieme delle vetrine d'esposizione.
In questo contesto collocarsi al balcone significa ricoprire quella delicata e sofisticata posizione di confine tra l'ombra della domesticità borghese alle spalle e la continua luce accecante della sottostante metropoli.
I personaggi ritratti da Manet erano suoi contemporanei: sulla destra riconosciamo la violinista Fanny Claus, a sinistra invece la famosa pittrice impressionista Berthe Morisot, in posizione arretrata infine il pittore amico dell'autore Antoine Guillemet. Al balcone stanno dunque le arti.
Magritte nella sua interpretazione ci fa comprendere come quei Bourgeois siano in realtà dei cadaveri in quanto non coinvolti dalla vita e immobilizzati nella loro posizione sopraelevata, essi si sottraggono al fluire della strada astraendosi dalla trasformazione del sociale.
B.
Walter Benjamin, I "passages" di Parigi, Einaudi, 2000