Tiziano, Apollo e Marsia, 1576, olio su tela, cm 212x207, Kromeritz, State Museum
Il tema del dipinto riguarda la sfida dell'uomo nei riguardi di Dio e in senso generale del potere. A noi interessa però rilevare la tecnica ovvero il significante: si tratta di un quadro le cui forme non sono visibili da una osservazione ravvicinata. L'opera riappare improvvisamente nella sua totalità solo ad una opportuna distanza. Dal punto di vista del significato Tiziano vuole dirci che così come noi vediamo il corpo di Marsia scorticato, altrettanto dobbiamo fare con l'arte: anch'essa va scorticata, ovvero privata della sua pelle-apparenza per comprenderne il corpo-contenuto.
L'ultima opera di Tiziano, di fronte alla quale egli muore, è rivoluzionaria nella messa in forma della sfumatura. Grazie a quell'intuizione che già fu di Leonardo (lo sfumato), i tonalisti veneti capeggiati dai vari Tiziano, Giorgione, Bellini, attraverso la mediazione filosofica del neoplatonismo giunto da Firenze, scoprono che la luce sfuma il volume inserendo i corpi nella smaterializzazione del transitorio.
Come rappresentare la natura mutevole della realtà? Leonardo, i veneti e gli impressionisti su tutti danno una loro interpretazione al quesito, che orbita attorno all'inesistente confine tra figura e sfondo, tra corpo e paesaggio.