Anche Vermeer usa la sua macchina ottica scattando queste due istantanee come se fossero foto di scena di un film.
Nel quadro a sinistra l'autore affronta il tema della fede sviluppandolo su due livelli: in primo piano l'allegoria della fede secondo l'imposizione controriformistica del Ripa stabilita attorno al 1620 nel suo testo intitolato Iconologia, ovvero figura femminile con un piede sulla serpe e uno sul globo universale, mano al cuore e sul tavolo calice della passione, crocifisso e il libro sacro; sullo sfondo la risposta intima e antitetica rispetto alla prospettiva del Concilio di Trento all'ossequio della norma. L'artista si ribella collocando come contraltare, in secondo piano, l'icona della vera fede ovvero la "Crocifissione" dipinta dall'amico Jordaens custodita da Vermeer nel suo atelier. Il sacro, il messaggio dell'artista quindi, appare attraverso il quadro che sta alle spalle della scena teatralizzata e imposta dalle norme controriformisriche.
A destra troviamo la rappresentazione della sola musa della pittura in loco della triplice allegoria dell'arte come prescritto dal Ripa. Interessante è anche notare come il nostro Vermeer si autoritragga di spalle, grazie all'aiuto dei suoi "operatori di camera", mentre dipinge solamente il volto della musa. L’arte costringe la pittura alla sintesi e nello stesso tempo ad una mise en abyme: un quadro all'interno di una inquadratura.