La fotografia di guerra che racconta la terribile condizione dei profughi palestinesi ha come fulcro il capo del ragazzo sulla sinistra che sorregge il suo tempio. A questo documento dei genocidi di Jenin contrapponiamo la perversità pubblicitaria della fotografia di moda della Prager ricollegandoci poi agli scatti choc di Oliviero Toscani alla modella anoressica. Le questioni che emergono sono quindi spinose: qual è il bordo di utilizzo dell'immagine? Esiste l'etica nell'estetica? E poi, può un'opera trasmettere un significato sbagliato pur mantenendo un grande valore (vedi i capolavori della regista nazista Leni Riefenstahl)?