Non possiamo non partire dalla comunicazione visiva, che è implicita in qualsiasi codice, a partire da quelli storici! Il codice è astrazione, regola, simbolicità e fissazione visiva in organizzazioni e sistemi gerarchici di informazioni religiose, militari, giuridiche e quant’altro.
I codici o appartengono ai segni o… lasciano il segno!
Appartengono ai segni, nel senso chiarito dalla semiologia della comunicazione visiva, così come insegna Umberto Eco, in quanto "i segni iconici riproducono alcune condizioni della percezione dell’oggetto, ma dopo averle selezionate in base a codici di riconoscimento e averle annotate in base a convenzioni grafiche
".
Ma i codici possono essere anche … tomi pesanti, che contengono "codificazioni": leggi, regolamenti, comportamenti: codici civili, della strada, della navigazione, della deontologia, del galateo …
Eco distingue tutta una serie di codici semiologici: codici percettivi, di riconoscimento, di trasmissione, tonali, iconici, iconografici, del gusto e della sensibilità, retorici, stilistici, dell’inconscio.
Più in dettaglio possiamo parlare di codici in musica, in architettura, codici filmici e così via. Ogni dimensione comunicativa, sia essa verbale, sia essa visiva, ha bisogno di codici.
La loro precisione nei dettagli rievoca quella dei miniaturisti dei codici.
In definitiva: il codice è pragmatico, operativo, funzionale.
I codici di riconoscimento, per esempio, devono essere fissati in maniera indiscutibile. Le bandierine agitate da un marinaio addetto alle segnalazioni dal ponte di una nave devono essere immediatamente e universalmente riconosciuti e interpretati. I segnali del codice Morse (oggi caduti in disuso) sono, per tutti, la traduzione in punti e linee dell’alfabeto.
Naturalmente non ci occuperemo di semiologia. Certo che un punto lo dobbiamo fare. Per capire cosa è un codice rispetto al concetto più generale di segno ci rifaremo ancora a Umberto Eco (Segno): Si ha segno quando per convenzione preliminare qualsiasi segnale viene istituito da un Codice come significante di un significato
(pag. 140).
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questo testo è scritto in alfabeto morse
Principali segnali a una lettera
Tutto il romanzo di mare si condensa in una serie di lettere tradotte in segnali di luce o in impulsi elettrici.
A Alfa: Ho un palombaro (o sommozzatore) in immersione. Mantenetevi lontano da me e procedete adagio
B Bravo: Sto imbarcando, sbarcando o trasportando merci pericolose
C Charlie: Si (affermativo)
D Delta: Mantenetevi lontano da me, sto manovrando con difficoltà
E Echo: Sto accostando a dritta
F Foxtrot: Sono in avaria, comunicate con me
G Golf: Richiedo pilota oppure, per i pescherecci, sto issando le reti
H Hotel: Ho il pilota a bordo
I India: Sto accostando a sinistra
J Juliet: Ho un incendio a bordo e trasporto merci pericolose. Mantenetevi lontano da me
K Kilo: Desidero comunicare con voi
L Lima: Fermate immediatamente la vostra nave
M Mike: La mia nave è ferma e senza abbrivo
N November: No (negativo)
O Oscar: Uomo in mare
P Papa: Tutti debbono rientrare a bordo, stiamo per salpare. Oppure, le mie reti si sono impigliate in un ostacolo
Q Quebec: La mia nave è indenne e chiedo libera pratica
R Romeo
S Sierra: Le mie macchine stanno andando indietro
T Tango: Mantenetevi lontano da me, sono impegnato in operazioni di pesca a due battelli
U Uniform: State andando verso un pericolo
V Victor: Richiedo assistenza
W Whiskey: Richiedo assistenza medica
X X-ray: Sospendete quello che state facendo e fate attenzione ai miei segnali
Y Yankee: La mia ancora sta arando
Z Zulu: Richiedo un rimorchiatore oppure se usato da un peschereccio in zona di pesca: sto calando le reti
Principali segnali a due lettere
AC Sto-abbandonando-la-nave
AN Ho-bisogno-di-un-medico
BR Ho-bisogno-urgente-di-un-elicottero
CB Ho-bisogno-immediato-di-aiuto
DV Sto-scarrocciando
EF L'SOS/MAYDAY-è-annullato
FA Potete-darmi-la-mia-posizione?
GW Uomo-a-mare
JL Correte-il-rischio-di-andare-in-secca
LO Non-sono-nella-posizione-giusta
NC Sono-in-difficoltà-e-richiedo-aiuto
PD Le-vostre-luci-di-navigazione-non-sono-visibili
PP Tenetevi-a-distanza
QD Sto-avanzando
QT Sto-andando-all-indietro
QQ Chiedo-un-controllo-sanitario
QU L'ancoraggio-è-vietato
QX Chiedo-il-permesso-di-dare-fondo
RU Tenetevi-a-distanza,-manovro-con-difficoltà
SO Fermatevi-immediatamente
UM Il-porto-è-chiuso-al-traffico
UP Chiedo-urgentemente-il-permesso-di-entrare-in porto,-ho-un'emergenza-a-bordo
YU Sto-comunicando-con-la-vostra-stazione-secondo-il-Codice-Internazionale-dei-segnali-marittimi
ZL Il-vostro-segnale-non-è-stato-compreso
Tra i vari codici, il più noto e il meno notato è il codice a barre.
IL CODICE A BARRE
Identicon Corporation, Il 2 di 5 5 barre, 1968
Schema codice a barre
Il Codice 2 di 5 5 barre
E' stato sviluppato nel 1968 dalla Identicon Corporation, ed e' stato usato (ormai in disuso) soprattutto nei magazzini e nel campo forografico.
E' un codice discreto: solo le barre sono significative. Gli spazi non recano informazione, e possono variare in spessore entro ampi margini di tolleranza.
E' un codice numerico. Ogni cifra decimale e' rappresentata con 5 barre, di cui due larghe e tre strette.
Come gli altri codici della famiglia 2/5, prevede un carattere di controllo ( check digit ).
Il rapporto di stampa ( rapporto tra lo spessore della barra larga e quello della barra stretta ) nominale e' 3:1, ma può variare da 2:1 a 3:1.
Il codice a barre, interpretato dall’artista.
Jana Sterbak, Generic Man, fotografia, 1987
Con quest’opera, Jana Sterbak intende alludere al fatto che ognuno di noi è da considerarsi alla stregua di una merce come tutte le altre. L’idea non è così pellegrina, come si potrebbe pensare, poiché, in effetti, il mercato degli organi e soprattutto quello dei geni è sempre più fiorente.
Gli esseri umani sono molto di più che il semplice prodotto di un genoma, ma in un certo senso noi siamo, sia collettivamente che individualmente, definiti dal genoma.
Una strana analogia grafica tra i codici, quello delle merci e quello del DNA!
Jean Baudrillard in Lo scambio simbolico e la morte, sviluppa una questione per noi molto interessante, la "metafisica del codice" (pag 69):
Baudrillard scrive:
Dopo la metafisica del l’essere e delle apparenze, dopo quella dell’energia e della determinazione — quella dell’indeterminismo e del codice. Controllo cibernetico, generazione mediante i modelli, modulazione differenziale, retroazione, domanda/risposta, ecc.: questa è la nuova configurazione operativa (i simulacri industriali non essendo che operatori).
La digitalità è il suo principio metafisico (il Dio di Leibniz) e il DNA è il suo profeta. ~ infatti nel codice genetico che la “genesi dei simulacri” trova oggi la sua forma perfetta. Al limite d’uno sterminio sempre più spinto delle referenze e delle finalità, d’una perdita delle somiglianze e delle designazioni, si trova il segno digitale e programmatico, il cui « valore” è puramente tattico, all’intersezione di altri segnali (corpuscoli d’informazione/test), e la cui struttura è quella d’un codice micromolecolare di comando e di controllo.
A questo livello, la questione dei segni, della loro destinazione razionale, del loro reale e del loro immaginario, della loro rimozione, del loro deviamento, dell’illusione che essi designano, di ciò di cui tacciono o dei loro significati paralleli — tutto questo è cancellato. Abbiamo già visto i segni del primo ordine, segni complessi e ricchi d’illusione, trasformarsi, con le macchine, in segni bruti, opachi, industriali, ripetitivi, senza echi, operatori ed efficaci.
Quale trasformazione ancora più radicale con i se gnali del codice, illeggibili, senza interpretazione possibile, sepolti come matrici programmatiche a distanza di anni-luce nel fondo del corpo "bio logico" — scatole nere dove si alimentano tutti i comandi, tutte le rispo ste. Finito il teatro della rappresentazione, lo spazio dei segni, del loro conflitto, del loro silenzio: soltanto la scatola nera del codice, la molecola che emette segnali di cui siamo irradiati, attraversati da domande/rispo ste come da radiazioni segnaletiche, controllati senza interruzione dal no stro stesso programma inscritto nelle cellule. Cellule carcerarie, cellule elettroniche, cellule di partito, cellule microbiologiche: è sempre la ricer ca del più piccolo elemento indivisibile, la cui sintesi organica si farà se condo i dati del codice. Ma il codice stesso non è che una cellula genetica, generatrice, nella quale miriadi d’intersezioni producono tutte le domande e le soluzioni possibili, a condizione (per chi?) di scegliere. Queste "do mande" (impulsi informatici e segnaletici) non hanno altra finalità che la risposta, geneticamente immutabile, o modulata da differenze minime e aleatorie. Spazio ancor più lineare o unidimensionale: spazio cellulare di generazione indefinita dei medesimi segnali, che sono come i tic d’un prigioniero pazzo di solitudine e di ripetizione. Tale è il codice genetico: un disco inceppato, immutabile, di cui non siamo più che le cellule di lettura. Tutta l’aura del segno, la significazione stessa è risolta con la de terminazione: tutto è risolto nell’inscrizione e la decodificazione.
Tale è il simulacro di terzo ordine, il nostro tale è l’eleganza mistica del sistema binario, dello zero e dell’uno, da cui procedono tutti gli es seri, tale è lo statuto del segno, che è cosi la fine della significazione: il DNA o la simulazione operativa.
Un’attenzione particolare va fatta nei riguardi di tutte le comunicazioni non verbali ottenute mediante gesti e posture del corpo. Esse sono analizzate dalle discipline della cinesica, che studia i diversi significati dati dalle varie culture ai gesti delle mani, delle braccia, del capo, degli occhi, e dalla prossemica, che indaga il significato che assume lo spazio nelle differenti maniere di relazionarsi dei corpi tra di loro o in rapporto agli oggetti (quando un individuo è “presso” ad un altro, a quale distanza gli parla, quali sono i confini invalicabili tra due o più persone, come s’atteggia una persona in presenza di un particolare oggetto?)
La cinesica divide il corpo umano in otto parti: testa, faccia, spalle e tronco, braccia, mani, gambe, piedi, collo. I loro movimenti sono naturalmente … folklorici, quando non rinaturalizzati nelle scuole di recitazione. I popoli mediterranei sono particolarmente mimici, portati a “gestire” il discorso con gesti degli arti e posture del corpo: ne sa qualcosa il filosofo Ludwig Wittgenstein, il quale, nel suo Tractatus logico-philosophicus (1914-16) sosteneva che ogni proposizione e ciò che essa descrive devono avere una forma logica. Sraffa gli fa notare, con un semplice gesto napoletano, che il linguaggio dei gesti, che pure sono “una descrizione” di una proposizione, dipendono soprattutto dalla loro appartenenza ad una cultura sociale piuttosto che ad un’altra.
Sraffa, Una falla nella logica Wittgenstein
Le persone non udenti e afasiche comunicano adottando un sistema di segni molto articolato e vario. I figli di un dio minore! Come si ricorderà è anche il titolo di un famoso film di Randa Haines, 1986, che su questo disturbo comunicativo costruisce la sua storia; un altro film, che va ricordato è Lezione di piano¸ 1993, di Jane Campion.
La lingua parlata, la voce, può essere sostituita senza nulla perdere (anzi, a volte, con la possibilità di guadagnare qualcosa sotto il profilo dell’astrazione) con un linguaggio del tutto "artificiale", in questo caso i segni manuali.
Antonino Pennisi, dell’Università di Messina, ci offre in rete un’analisi molto ricca e documentata, e soprattutto filosofica, sull’argomento: http://web.tiscali.it/penni/23.html).
L'educazione linguistica oggi
Metodo Bimodale
Questa metodologia si avvale, nell'insegnamento dell'italiano, di un sistema di segni codificati che serve da supporto visivo all'apprendimento della lingua parlata e scritta.
Il metodo utilizza alcuni segni della LIS (Lingua dei Segni Italiana), e ne inventa di nuovi (articoli, preposizioni, ecc.) per rendere completamente "visibile" la struttura della lingua parlata.
I-L
CANE
INSEGUE
I-L
GATTO
Educazione Bilingue
In molti paesi europei e negli Stati Uniti viene proposto da alcuni anni un modello di educazione per i bambini sordi che prevede l'uso parallelo della lingua dei segni e della lingua parlata e scritta in contesti diversi (ad es. famiglia e scuola) o con diversi interlocutori (ad es. madre udente e padre sordo; insegnante udente e sordo). Anche in Italia, negli ultimi anni, sono state ideate e realizzate esperienze di bilinguismo con il coinvolgimento di adulti sordi.
Linguaggio dei segni
Per quanto riguarda la prossemica:
Tutti gli animali vivono in una sorta di bolla virtuale che rappresenta la loro intimità e che ha il raggio della distanza di sicurezza, cioè quella che consente di difendersi da un attacco o di iniziare una fuga. Negli uomini, essa è di circa 60 cm, cioè la distanza del braccio teso.
La "bolla" è un dato di natura, mentre la sua dimensione e il suo valore di intimità sono dati di cultura e quindi variano: l'infrazione alle regole "prossemiche", cioè alla grammatica che regola la distanza interpersonale, può generare una escalation, cioè far interpretare come aggressivi e invasivi, quindi degni di una reazione adeguata, dei movimenti di avvicinamento che non hanno questo significato nella cultura di chi li ha compiuti. Un primo approccio in http://server2.cired.unive.it/uniupa/a/a3/a32.htm
I codici (militari, telefonici e genetici) possono mantenere il loro segreto? Così come sono stati realizzati, potranno essere anche decifrati. Si tratta di tempi, naturalmente della macchina di calcolo …, la quale ha anch’essa un suo codice d’onore.
Decifrazione di codici
Lo studente Alex Dalle Mule manda il seguente contributo, realizzato ancor prima di visionare lo sviluppo completo del rizoma. Mi pare molto interessante. Apre su una serie numerosa di osservazioni. A partire dall’intuizione intelligente della centralità della password: il codice d’accesso. Esso collega ogni nodo. Permette di penetrare al di là delle protezioni. Mette in questione il copyright. Un vero e proprio codice atlantico…
E che l’accesso sia oggi una delle rivoluzioni più radicali nell’economia che si fonda sul superamento della proprietà privata
(vedi Jeremy Rifkin, La filosofia dell’accesso. La rivoluzione della new-economy, 2000), è un dato inconfutabile
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Alex Dalle Mule, Rizoma di codici