Óscar Muñoz, Proyecto para un Memorial, 2003-2005, video proiezione a cinque canali, 200x 250 cm., Biennale d'arte di Venezia 2007, foto elf
Oscar Munoz sintetizza quanto appena sostenuto riguardo alla fragilità della memoria elaborando un'opera di elevatissima liricità che è lancinante metafora dell'esistenza umana: l'artista con un pennello intriso di acqua su una pietra calda dipinge dei volti che evaporano così come il nostro corpo "vero", che dopo il suo passaggio non lascia altro che l'inorganico della pietra e della cenere. L'autore coglie la fragilità terribile del micro-monumento che è la fotografia tipica del necrologio a cui si ispira in questo suo Progetto per un memoriale.
In quest'altra opera il dilavamento della memoria è posto in atto disegnando sull'acqua gorgogliante di un lavandino connesso con lo scarico un ritratto mediante un pigmento galleggiante. Il volgare sanitario non può vantare alcuna parentela con il lavacro o la fonte a causa delle sue inesteticità meccanicistiche che nessun design riuscirà mai a nobilitare.
Attraverso queste metafore elaborate da Munoz abbiamo cercato di avere accesso, servendoci dello sguardo, a un regime dell'intelligenza che oltrepassa il sensibile interrogandoci sul discrimine tra visibile e invisibile.
B.
Ovidio, Metamorfosi, Einaudi, 2005