Doris Salcedo, Shibboleth
Se questa è una scultura. Per comprendere l'opera di Doris Salcedo dobbiamo adottare il titolo come chiave interpretativa: "Shibboleth", parola-arma ebraica che significa "fiume", "torrente" o "spiga" a seconda delle fonti. L'opera della scultrice colombiana fa riferimento a un passo della Bibbia narrato nel libro dei Giudici: in seguito a un combattimento Iefte giudice d'Israele e i suoi uomini Galaaditi intendevano impedire ai nemici sopravvissuti Efraimiti di oltrepassare il fiume Giordano. Dovendo questi essere riconosciuti come tali, si decise di sottoporre una prova di pronuncia che avesse come oggetto proprio la parola "shibboleth", di cui gli uomini di Efraim non erano in grado di pronunciare il suono [ʃ]. Chiunque non superasse la prova veniva ucciso all'istante. Proprio sul Giordano avviene un fatto fondamentale del racconto cristologico (per comprendere il rapporto tra Cristo e il Battista partire dal "Battesimo di Cristo" di Piero della Francesca). Alla luce di quanto detto ecco che l'opera della laica Salcedo si tramuta in un'opera sacra incentrata sul valore del bordo e della divisione che taglia il tempio dell'arte ferendo anche la nostra coscienza politica in relazione all'attuale storico incendio delle sponde del Mediterraneo.