Afrodite Cnidia, o
Venere Pudica,
collezione Ludovisi, Roma
Giovanni Pisano, Fortezza e Temperanza, 1302-1310, pulpito del duomo di Pisa
Giulio Paolini, Mimesi, 1975-1976, 223 cm, collezione Pinault, Palazzo Grassi, Venezia
A destra un'opera di Giulio Paolini, esponente di quel movimento che negli anni Sessanta venne definito dal critico Germano Celant come "Arte povera", di cui egli stesso curò la prima esposizione nel 1969. Gli esponenti più importanti di questo movimento, tra le file del quale sono annoverabili anche una ventina di stranieri, sono gli artisti italiani Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Luciano Fabro, Pier Paolo Calzolari, Emilio Prini, Alighiero Boetti e Giulio Paolini e, tra gli artisti stranieri (Walter de Maria, Richard Long, Joseph Beuys, Bruce Neuman, Jospeh Kosuth, Jan Dibbets, Dennis Oppenheim, Hans Haacke, Robert Morris, Richard Serra. Tra tutti costoro è a Paolini che dobbiamo alcune invenzioni concettuali capaci di innalzare a opera d'arte il recupero dell'arte precedente di tipo classico. Nell'opera "Mimesi" egli pone una di fronte all'altra due copie di un archetipo ellenistico, la Afrodite Cnidia detta anche Venere Pudica.
Il saggio di F. Haskell e N. Penny "L'antico nella storia del gusto" (Einaudi 1984) ci fa capire che perfino i grandi artisti del passato guardavano a loro volta all'arte precedente come fonte di ispirazione, perciò l'arte, come la natura, è fonte di ispirazione per l'arte stessa. Al centro un particolare del pulpito di Pisa di Giovanni Pisano, il quale aveva avuto modo di ammirare una statua romana di Venere pudica scoperta in quel tempo a Siena, oggi perduta.
A sinistra vediamo una copia romana in marmo di un'opera di Prassitele.
Quella che sembra un'opera antica è anch'essa citazione di un'opera precedente. La figura di Prassitele regola il passaggio da arte classica a post-classica collocandosi tra Fidia e l'ellenismo.
La figura di Fidia (il più grande artista della storia greca, urbanista, architetto, scultore progetta l'Acropoli e il Partenone all'indomani della distruzione persiana di Atene realizzando la volontà di Pericle). Significato e funzione del Partenone (banca sotto forma di tempio). La gigantesca statua di Zeus in oro, leghe preziose e avorio e il furto di Fidia.
Policleto elabora il modulo, il cosiddetto canone, il primo modello antropometrico della cultura occidentale, anche se già gli egizi ne avevano realizzato uno simile. Si tratta dello stesso canone proporzionale che rivisto da LeCorbusier sarà raffigurato all'esterno della sonda Pioneer 10 inviata nello spazio oltre i confini del sistema solare nel 1972.
Il canone sembra universale, ma con la conquista del mondo greco da parte di Alessandro Magno, la misura dell'uomo diventa quella individuale, quella appartenente ad ogni diverso soggetto, e l'artista non vede più nella persona che deve ritrarre i caratteri ideali dell'appartenenza ad una dimensione divina. Ora l'arte ha come riferimento la vita "storica", reale e non più solo la mitologia: un bambino che estrae una spina da un piede, una vecchia che geme, un cane.
Paolini mette due figure identiche l'una di fronte all'altra; tra esse non esiste nessuno scambio. La scultura classica è non-umana. Le due figure si vedono ma non si osservano, si guardano di lato.
Bordo dello sguardo.
Lo sguardo laterale ha anche un'altra dimensione, come ci ha insegnato l'astronomo francese François Jean Dominique Arago (sulla base di un'antica tecnica araba): lo sguardo laterale permette di guardare corpi celesti di infima grandezza, sfruttando il bordo della visione foveale. La metafora è immediata: il più grande allievo di Freud, Jacques Lacan, ci insegna che lo sguardo laterale permette di cogliere l’altro nella sua personalità più nascosta e scoprire ciò che frontalmente non appare. Scoprire il lapsus (l’errore manifesto), sintomo di qualcosa di nascosto nella profondità della psiche e della mente.
