Antonio Canal detto Canaletto, Campo Santa Maria Formosa, 1730 ca., tela, 47 x 80 cm. Woburn Abbey, collezione Duca di Bedford
Canaletto nel suo lavoro di pittore faceva largo uso della camera ottica che gli permetteva di "fissare" un'immagine riproducendola per proiezione sulla tela e dunque di scavalcare il tradizionale stadio del disegno preparatorio. E' opportuno sottolineare che le opere dei vedutisti veneziani come Canaletto o Bellotto (suo nipote) nascono come opere-merce di rapida realizzazione per necessità di guadagno immediato, che appaiono ai nostri occhi capolavori (che tali comunque sono) mentre non lo erano prioritariamente nelle intenzioni degli autori. La costruzione di questi quadri si sviluppa su quattro livelli successivi: in primo luogo vi è l'immagine virtuale e transitoria residente nella macchina ottica stessa, già “opera in sé” in virtù delle scelte operate dall'artista, successivamente il disegno, il dipinto e infine la quarta opera che è mentale, risultato concettuale di questo dispositivo semiotico che provoca illuminazione ossia improvvisa comprensione (uno … shining) nella coscienza dell'osservatore.