Caravaggio, La chiamata di san Matteo, 1599-1600, Roma, San Luigi dei Francesi, cappella Contarelli; L’ispirazione di san Matteo, 1602. (Il martirio di San Matteo, 1599-1600), foto elf
Nella fotografia di elf è colto una sorta di happening: un raggio di luce che entra dalla finestra in una specifica fase del giorno andando a illuminare, evidenziandola, una porzione del quadro. Oggi possiamo parlare di questa "programmazione" operata da Caravaggio come site-specific art, il dipinto considerato nasce infatti appositamente per quella specifica collocazione nella cappella Contarelli, usata come una gigantesca camera ottica. Caravaggio utilizza il raggio del sole come un elemento reale e virtuale dell’opera stessa. Esso compare due volte: come raggio raffigurato e - come si evince dalla fotografia opportunamente scattata nel momento fatidico – come lama di luce che penetra dalla semifinestra della parete centrale. Il doppio elemento luminoso ha la funzione di evidenziare il significato simbolico della relazione tra i personaggi principali della rappresentazione, Gesù e Matteo.
Interessante è comprendere la ragione della finestra buia collocata sullo sfondo riconoscendola come una profezia dell’opera di Marcel Duchamp Fresh Widow, i cui vetri saranno sostituiti da quattro lastre di cuoio.