Caravaggio, Decollazione del Battista, 1608, olio su tela, cm 316x520, La Valletta, Malta, Cattedrale di San Giovanni
In quest'opera in cui l'arte non è più statica e istantanea bensì già kinema Caravaggio adombra la sua condanna a morte. Anche in questo caso l'autore comprende i segreti del luogo in cui viene collocato il suo quadro e gestendo la luce trasforma il contesto in una camera ottica sperimentale e performativa. La luce che attraversa le finestre della Cattedrale di San Giovanni a Malta infatti illumina sequenzialmente da destra a sinistra in maniera “discreta” una dopo l’altra le differenti parti del dipinto, quasi facendone un’animazione cinematografica. Il primo “momento di luce” investe principalmente i due prigionieri che guardano il boia, successivamente i raggi avanzano inquadrando la misericordia ovvero il coltello con cui si finisce il condannato, poi il corpo del Battista ed infine – concludendo la sua traiettoria spazio-temporale - gli altri personaggi chiudendo il suo percorso sulla figura di Salomè.
Un’altra avventura rivoluzionariamente concettuale riguardante l’utilizzazione da parte dell’artista di strategie tecnico-illuministiche esterne all’opera è quella rappresentata dalla “installazione” site-specific realizzata da Paolo Uccello con le tre grandi tele raffiguranti la Battaglia di San Romano originariamente collocate nella cosiddetta “camera di Lorenzo” (de’ Medici), oggi smembrate tra la Tate, il Louvre e gli Uffizi: le laminature in argento delle corazze e altri materiali erano stati inseriti nei dipinti allo scopo di creare a chi avesse visitato la stanza alla luce delle candele la straordinaria percezione di un mondo di riflessi e di corpi fantasmatici in movimento.