Lezione 09
Lezione 09

Occhio allo sguardo

(18 aprile 2011)

parte seconda

Edward Hopper, Hotel Room, 1931, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Hopper attualizza il tema delle opere precedenti collocando la stessa giovane donna in una camera d'albergo; recatasi puntuale all'appuntamento galante riceve dal portiere la cruciale lettera e salita alla stanza assegnata, dopo essersi accuratamente preparata per l'incontro legge la missiva scoprendo l'avvilente verità.
Così come nel dipinto di Vermeer anche in questo quadro scopriamo la parete bianca che, illuminata dalla luce proveniente da una finestra, è dipinto e non semplicemente sfondo in quanto nessuna pittura possiede in alcun punto un non-significante; il biancore quasi siderale di quel muro contrasta con la stessa tinta virginale del letto che avrebbe dovuto accogliere l'amore della protagonista presente e del protagonista assente. Il bordo del quadro (in quanto segno e comunicato) apre sull'assenza che è il vero significato dell'opera, contenuto peraltro in quella lettera che possiamo conoscere con lo sguardo e non con l'occhio. L'apertura interpretativa è quindi infinita da parte dell'osservatore il quale, come dice Umberto Eco, di fronte a opere così potentemente concettuali, diventa autore: ognuno di noi rivive, proiettandolo come in un film, il motivo del quadro che vede creando un'opera mentale.
Tutto ciò che lo sguardo permette di intravvedere oltre il bordo fisico corrisponde all'idea che partecipa alla genesi dell'emozione nella formula della relatività rielaborata da elf.