Elisabetta Benassi, Tutti morimmo a stento, 2004
A questo punto l'incontro con la bibliografia di questa lezione ci permette di aprire un capitolo sulla cecità e sulla possibilità di rivedere l'arte in quanto ciechi. Afferma a tal riguardo Del Giudice: "è da quando ho saputo che sarei diventato cieco che ho cominciato ad amare la pittura".
A partire dal quadro di Bruegel La parabola dei ciechi (citato anche da Virilio) collocato come affiche nell'ufficio di uno sfasciacarrozze la Benassi attraverso questa opera di video-arte traccia un'analogia tra morte tecnica e morte umana all'interno della metafora della cecità.
Il corvo che compare verso la fine del filmato è un riferimento al poema The raven di Edgar Allan Poe.
Del testo di Del Giudice da poco rieditato leggiamo il passo che riguarda la ricostruzione che il protagonista Barnaba (dietro al quale si cela proprio l'autore), prossimo alla cecità, opera della vita di Jean-Paul Marat, il protagonista del famoso quadro di Jacques-Louis David Morte di Marat, il quale era divenuto molto prestigioso come dottore dei difetti della vista.
B.
Daniele Del Giudice, Nel museo di Reims, Mondadori, 1988
H. G. Wells, Nel paese dei ciechi, Adelphi, 2009
Paul Virilio, L'arte del accecamento, Raffaello Cortina editore, 2007
Claudio Franzoni, Tirannia dello sguardo. Corpo, gesto, espressione dell'arte greca, Einaudi, 2006