Visione del documentario Yves Klein. La Revolution Bleue di Fraçois Lévy-Kuentz, 2006
Il concetto di cosmicità (vedi Globe terrestre bleu, 1962) e di circolarità tra origine e fine è rintracciabile nel lavoro di Yves Klein, morto nel 1963, cinque anni prima della presentazione di 2001-Odissea nello spazio.
Il critico francese Pierre Restany negli anni Sessanta raccoglie attorno a sé un gruppo di giovani artisti, da lui chiamati “Nouveau Réalisme”, i quali con le loro opere denunciano l’incapacità dei grandi racconti - religione, politica, storia - di interpretare il mondo in cui vive l’uomo della seconda metà del Novecento. I grandi racconti vengono sostituiti con altri, piccoli, racconti dalla grande forza concettuale.
Uno dei più grandi nuovi realisti è proprio Yves Klein, autore della performance in cui, assieme a Pierre Restany, getta polvere d’oro fecondatore nella Senna, fiume del tempo.
Così come l’uomo preistorico lasciava le impronte della sua mano anche il nuovo realista lascia le sue impronte. Klein opera un salto concettuale spostando il significato della modella: egli impressiona (imago) la tela direttamente con la modella, che spostata dall’immobile podio perde la sua fisicità connotandosi come immagine. La nudità della modella poi impone la questione del bordo tra nudo reale, pubblico o immagine giustificata, permessa solamente all’interno dell’atelier.