Visione di un segmento su Yves Klein del docufilm Mondo Cane di Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco E. Prosperi del 1962
Il film documentario, realista e realistico, è un viaggio nell’inconsueto, nello scabroso, nell’osceno nel mondo degli anni Sessanta che ci permette di sondare i significati in quell’epoca dei concetti di nudo, di erotico, di pornografico nel mondo dell’arte.
Il segmento che si sofferma sull’esperienza artistica di Yves Klein fa emergere lo straordinario significato di bordo tra corpo vivo e corpo scultoreo: l’artista francese ricoprendo il corpo con un unico colore lo metamorfizza in quella scultura che il mitico primo scultore avrebbe voluto fosse vivente. Dedalo infatti secondo la tradizione è il mitologico architetto costruttore di labirinti e di sculture. Le fonti tramandano fosse stato capace di realizzare delle statue che si muovevano (in quanto per la prima volta nella storia dell’arte antica animate dal soffio vitale dello sguardo).
Si ripercorre attraverso il mito di Pigmalione il tema del rapporto tra corpo vivente e corpo scultoreo.
Oggi si assiste invece al processo inverso dell’oggettualizzazione dell’umano in una prospettiva cyborg.
Yves Klein in Mondo Cane http://www.youtube.com/watch?v=6ZSnT4idP4g
B.
Mario Perniola, Il sex appeal dell'inorganico, Torino, Einaudi, 1994
Victor I. Stoichita, L’effetto Pigmalione. Breve storia dei simulacri da Ovidio a Hitchcock, il Saggiatore, 2006