Jan van Eyck, Uomo con turbante, 1433, Oil on wood, 25,5 x 19 cm, National Gallery, London
Anche questo dipinto in cui tutta la tensione si concentra sulla "piega" (il sipario di Vermeer), come il già incontrato autoritratto di De Chirico, ha un'iscrizione sul bordo, sulla cornice. L'opera è posta nel suo parergon ovvero nel suo apparente elemento secondario: l'opera è la piega e il presunto autoritratto dell'artista è l'incidente (Kant, Critica del giudizio, 1790).
Così come lo scienziato anche l'artista fa fare un passo in avanti al nodo, al "truc", facendo arretrare l'ignoto attraverso un percorso di innovazione totale. Ma se sappiamo sempre di più perché continuiamo a commettere gli stessi errori, che ruolo possono avere i due sistemi di pensiero dell'arte e della scienza?
L'iscrizione da brivido, da cui desumiamo l'opera sia un autoritratto, recita "come posso, non come vorrei" ponendo in essere la lacerazione tra potenza e desiderio implicita nella condizione dell'uomo e dell'artista. Il corto circuito istaurato è con il disegno “ultimo” di Goya e la sua scritta "Aun aprendo…"