Claude Monet, La sala delle Ninfee (1916-23) Musee Orangerie, Parigi
Monet studia un allestimento site-specific per la collocazione presso il museo-tempio dell'Orangerie a Parigi delle sue "due tele continue", nelle quali raffigura particolari del laghetto prospiciente alla sua ultima dimora a Giverny. Nel grande giardino-paradeison disegnato con la stessa precisione impiegata per la creazione di un suo quadro, il grande artista costruisce sopra allo specchio d'acqua il ponticello archivoltato rosso in stile giapponese (secondo la tradizione nipponica solo il ponte curvo privo di gradini non è oltrepassabile dagli spiriti maligni con i loro zoccoli da ruminante) che spesso compare nei suoi dipinti.
Varcando la soglia delle due sale dedicate a Monet nel museo parigino non soltanto si ha accesso al luogo più elevato dell'arte ma soprattutto si entra nel quadro, da cui ci troviamo quasi completamente circondati. L'osservatore sarà asfissiato dalla scoperta (effettuata proprio attraverso lo sguardo!) di trovarsi immerso in un lago che è diventato un muro verticale, un set assolutamente artificiale in cui il paesaggio ha subito una destabilizzante trasformazione. Spostandoci dalla prima alla seconda sala avvertiamo però un cambio di registro: dalla verticalità sconcertante e concettuale si fa ritorno a una serena natura "naturale" orizzontale e accogliente.
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