Edouard Manet, Le Déjeuner sur L'Herbe, 1862 63, Musee d’Orsay, Parigi
Ecco allora Edouard Manet, uomo dell'Ottocento, interrogarsi sulla riattualizzazione del tema della sacralità dell'arte. Evitando di cadere ancora una volta nella leggenda metropolitana dell'indignazione borghese di fronte alle nudità di questo quadro (in cui incontriamo nuovamente la modella dell'autore) dobbiamo riconoscere la grandezza dell'opera nell'equazione da essa sottesa. Così come nel dipinto di Tiziano il disturbatore si trova sullo sfondo di quel primo piano, così in questa colui che turba il consesso, come indicato dalla mano del giovane, è colui che si trova davanti al quadro: l'osservatore - il volgare siamo noi.
I due personaggi che ci rivolgono gli occhi condividono uno sguardo doppio, essi infatti guardano l'artista che li ha dipinti presupponendo però la presenza di uno spettatore, da loro guardato e giudicato, che non potrà essere volgare.